Contabilizzatori di calore in condominio: come si ripartiscono le spese

In quei condomini in cui sono stati adottati sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore, la ripartizione delle spese di riscaldamento viene effettuata a seconda del consumo registrato dai singoli condomini.

Se vengono a mancare sistemi di misurazione nelle singole unità immobiliari, le spese per il riscaldamento si basano sul criterio del valore millesimale delle singole unità immobiliari.

In qualsiasi caso,  le nuove modalità di ripartizione sono facoltative nei condomini in cui, al 26 luglio 2016, si fosse già provveduto all’installamento dei dispositivi e alla suddivisione delle spese.

Come si eseguono le letture dei contabilizzatori di calore in condominio?

Premendo il tasto centrale sottostante allo schermo, è possibile visualizzare la quantità di energia consumata.

Le modalità variano da modello a modello ma in generale, tutti i contabilizzatori consentono di conoscere il consumo attuale, dei mesi precedenti e quello annuale, offrendovi perciò un’idea sui costi che saranno poi addebitati.

Cosa si fa se i contabilizzatori non funzionano nel modo corretto?

Al primo sentore di malfunzionamento dei contabilizzatori, avvertite subito l’amministratore e chiedete un sopralluogo da parte della ditta che ha installato gli apparecchi nel vostro immobile.

La ripartizione delle spese per i contabilizzatori di calore in condominio

Per quanto riguarda la ripartizione delle spese, si seguono le regole UNI10200, distinguendo i consumi in volontari e involontari.

  • I consumi volontari sono calcolati dai contabilizzatori;
  • I consumi involontari sono ripartiti in base alle tabelle millesimi del riscaldamento.

I costi involontari, comprendono: i costi di manutenzione ordinaria, le spese di gestione e la lettura dei contatori, le perdite di distribuzione del calore nella rete e le dispersioni di calore.

Anche coloro che si sono distaccati dall’impianto centralizzato sono tenuti a pagare le spese involontarie.

Vi sono casi in cui esistono possibili deroghe a questi criteri e l’assemblea può stabilire di suddividere le spese con un 30% di quota fissa ed un 70% di consumo volontario.

A che temperatura impostarli?

Per il riscaldamento invernale, la temperatura degli ambienti non dovrebbe superare questi valori: 18°, più 2° di tolleranza per quegli immobili adibiti ad attività artigianali, industriali e simili.

20°, più 2° di tolleranza per altri edifici, anche gli immobili ad uso abitativo.

La manutenzione dei contabilizzatori di calore

I controlli sui contabilizzatori, prevedono una periodicità minima di due anni per quegli impianti di potenza superiore ai 10kw e inferiore ai 100kw, alimentati a combustibile liquido o solido;

Ogni quattro anni invece per quelli della medesima potenza alimentati a gas, metano o gpl.

Negli impianti di potenza termica uguale o maggiore di 100 Kw, i tempi si dimezzano.

Detto questo, rimangono comunque da osservare le eventuali istruzioni specifiche fornite dall’impresa installatrice a seconda del tipo di impianto.

Inoltre, coloro che non elaborano il rapporto tecnico sono punibili con sanzioni di carattere pecuniario.

Sono soggetti a sanzioni pecuniarie anche il proprietario o il conduttore dell’immobile , l’amministratore di condominio che non rispettano le regole di manutenzione e controllo degli impianti.

Per maggiori notizie sul condominio e sulla gestione di esso, chiedi informazioni a Studio Alberto Ferrari, il punto di riferimento nella provincia di Rovigo per i condomini!

contattaci