Spese di riscaldamento in condominio, come si dividono?

Sono passati più di quattro anni da quando è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il provvedimento riguardo il riscaldamento centralizzato con l’obbligo di installare i sistemi di contabilizzazione e termoregolazione del calore. In questo modo vengono misurati i consumi d’energia dei singoli appartamenti scegliendo una temperatura degli ambienti e regolandola nei limiti di legge.

Lo scopo principale è quello di ridurre gli sprechi utilizzando strumenti tecnologici che siano in grado di controllare i consumi in modo diretto.

In un primo momento il termine per l’installazione dei contabilizzatori e delle termovalvole era stabilito ad una data precedente al 2017 ma le difficoltà riscontrate  lo hanno portato a prorogare il termine entro il 30 giugno 2017.

Dopo un anno, sono numerosi i condòmini non ancora in regola, oltre alle varie questioni in merito alla ripartizione dei costi.

Spese di riscaldamento in condominio: cosa dice la norma

L’obbligo in vigore dal 30 giugno 2017 è diviso in tre punti fondamentali:

  • Contabilizzazione: viene realizzato principalmente con l’installazione dei riparatori sui radiatori;
  • Termoregolazione: viene realizzato principalmente con l’installazione delle valvole termostatiche sui radiatori;
  • Nuove tabelle millesimali: tutti gli edifici con riscaldamento centralizzato, devono adeguare le tabelle millesimali del riscaldamento alla nuova norma UNI 10200.

Con la contabilizzazione, ciascun condòmino paga quello che consuma, perciò la bolletta sarà calcolata in base all’effettivo riscaldamento fornito all’abitazione. Tale intervento è a tutti gli effetti un intervento di efficientamento energetico in grado di migliorare il rendimento di regolazione dell’impianto, diminuendo i consumi.

Inoltre, la norma UNI 10200 indica anche il metodo di ripartizione dei consumi, ovvero come vanno suddivisi i costi in base alla quota involontaria e alla quota volontaria.

Spese di riscaldamento in condominio:  la ripartizione dei consumi secondo la UNI 10200

La norma UNI 10200, afferma i principi per una corretta ripartizione delle spese riguardo il riscaldamento invernale.

E’ stata approvata nel giugno del 2015 e con l’ultimo aggiornamento è stata introdotta una novità importante riguardo il metodo di calcolo, ovvero in base al fabbisogno termico di ogni unità immobiliare, soprattutto in base alle caratteristiche di efficienza dell’involucro esterno e dell’esposizione dei vari immobili.

La ripartizione, come già accennato in precedenza, prevede l’indivisuazione di 2 quote da poter ripartire: quella fissa e quella variabile:

  • Quota fissa:  la parte di consumo involontaria che riguarda le perdite di distribuzione dell’impianto, le spese di manutenzione  ordinaria e di gestione del servizio di lettura, ripartite secondo le “nuove tabelle millesimali”, calcolate in base alla UNI 10200:2015;
  • Quota variabile: consumo volontario che dipende perciò dal singolo condomino che decide di accendere il riscaldamento e che imposta attraverso le valvole termostatiche la temperatura desiderata.

Pagherà perciò soltanto la quota fissa, quell’utente che tiene per tutto l’inverno il riscaldamento spento oppure è un distaccato con la caldaia indipendente.

Spese di riscaldamento in condominio: i vantaggi della contabilizzazione

Nonostante negli ultimi anni diverse unità immobiliari sia siano distaccate dall’impianto centralizzato per realizzarne uno autonomo, sono vari i vantaggi di un sistema centralizzato con la contabilizzazione, tra cui:

  • L’impianto centralizzato è più sicuro dell’autonomo, la manutenzione di una sola caldaia è meno onerosa e la sicurezza è affidata ad un solo responsabile;
  • Si può accendere il riscaldamento in qualsiasi orario e senza alcuna limitazione;
  • Il consumo è minore rispetto agli impianti centralizzati.

Ma non solo, anche gli appartamenti distaccati devono corrispondere la quota involontaria per dimostrare che il distacco non genera “squilibri” all’impianto centralizzato.

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