Condominio: ecco cosa succede a chi non rispetta le regole
Può succedere di non tollerare più comportamenti dannosi che possono compromettere la convivenza pacifica.
A volte però può essere difficile costringere i condomini molesti a fare a meno del proprio atteggiamento.
Ma qui non mancano gli strumenti del codice civile per poter raggiungere l’obiettivo e garantire il rispetto del regolamento condominiale.
L’articolo 70 del codice civile afferma che, in caso di infrazioni al regolamento di condominio, può essere stabilita, come sanzione privata, il pagamento di una somma di denaro fino a 200 euro e, in caso di ripetizione dello stesso comportamento, anche fino a 800 euro.
Lo scopo di questo articolo è di disincentivare i condomini dal tenere comportamenti vietati dal regolamento condominiale.
La somma sarà poi destinata al fondo comune e potrà essere utilizzata per affrontare le spese ordinarie del condominio.
La sanzione dev’essere deliberata dall’assemblea con il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti ed almeno la metà del valore dei millesimi dell’edificio.
Se il condomino sanzionato non impugna la delibera dell’assemblea entro 30 giorni, non potrà più rifiutarsi di pagare la sanzione inflitta.
Condominio: l’accertamento della violazione
Il problema più grande riguarda come eseguire l’accertamento della violazione.
Questo accertamento, secondo l’interpretazione della norma, dovrebbe spettare all’amministratore, il quale non potrà riscuotere direttamente la sanzione dal condominio negligente ma potrà agire solo quando l’assemblea ha deliberato sul punto.
Condominio: gli illeciti della violazione
Vi sono innumerevoli comportamenti sconvenientiche possono essere sanzionati.
Un esempio è l’utilizzo illecito delle parti condominiali, il parcheggio “selvaggio” fuori dalle strisce interne assegnate ad ogni condomino ed anche il mancato rispetto degli obblighi di raccolta indiferenziata dell’immondizia con il pericolo che sia riconosciuto responsabile tutto il condominio.
Prima di parlare di sanzioni private, individuato il rpesunto colpevole, sarebbe preferibile per l’amministratore inviare sempre un richiamo avente valore di diffida a rispettare le regole comuni, in modo da contestare il comportamento che viola il regolamento condominiale.
Per quello che riguarda la misura della sanzione, la giurisprudenza ha avuto modo di chiarire che, qualora nel regolamento condominiale sia inserita la previsione di una sanzione pecuniaria a titolo di pena privata, l’ammontare di tali misure non dovrebbe superare l’importo di 200 euro o in caso di recidiva di 800 euro.
E’ stata molto discussa anche la possibilità di introdurre pene private all’interno dell’ordinamento giuridico, ma oggi la dottrina e la giurisprudenza sono più propense a ritenere tali strumenti compatibili con i nostri principi giuridici.
L’art. 614 bis c.p.c.
Un’altra norma da consocere è l’art. 614 bis c.p.c. il quale ammette nel nostro ordinamento l’applicazione di misure di coercizione indiretta per ordine del giudice in modo da spingere una parte all’adempimento di obblighi di fare o di non fare.
Il giudice fissa, su richeista dell’interessato, una somma di denaro dovua per ogni ritardo di esecuzione del provvedimento di condanna.
Così facendo, il condominio inadempiente sarà costretto a fare quanto obbligato senza indugi, perché, in caso di inadempimento, dovrà pagare la somma di denaro fissata dal giudice per la mancata osservanza del provvedimento di condanna.
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